La Scuola di Pitagora

 

Pitagora trovò Crotone una città vivace dal punto di vista culturale; ed a Crotone conobbe certamente Alcmeone, il massimo esponente della scuola medica crotoniate, un gigante del pensiero umano, pioniere della medicina sperimentale, che dissezionando cadaveri scoprì gli organi di senso e le vie di conduzione nervosa periferica e centrale, ed intuì il corpo umano come inscindibile sintesi bio-psichica. ( Sarebbe interessante conoscere con esattezza quali rapporti intercorsero fra i due, se non altro perchè il geniale medico fu un genuino, autentico democratico).

L' ambiente era, dunque, ideale per l'apertura di una scuola. I figli ed i giovani parenti dei più ricchi cittadini accorsero in massa per iscriversi. Secondo Giamblico, uno dei tre biografi del samio, l’ammissione alla scuola richiedeva, però, un tirocinio molto laborioso: essa era subordinata all'esame del contenuto di un dettagliato rapporto informativo sulla famiglia, sull’educazione, sul carattere dell’ aspirante allievo; alla verifica della reale volontà di istruirsi; ad una quinquennale frequentazione del Maestro, con il quale doveva essere condivisa una regola severa, fatta di rigorosi tabù o divieti sessuali ed alimentari, non tutti comprensibili: niente carne, niente vino, niente triglie o cefali, niente fave, niente matrimonio, niente sesso, niente vesti eleganti; al comunismo dei beni degli iscritti, come sostiene Timeo di Taormina, che fu uno storico serio. Dopo 8 anni di prove, come se non bastasse, l'allievo era sottoposto ad un esame severo; se ritenuto degno, egli veniva reclutato ed ammesso ad incontrare il prestigioso Maestro, a parlare con lui, a ricevere il suo insegnamento. E Pitagora insegnava ai suoi discepoli la dottrina orfica della trasmigrazione e della reincarnazione dell'anima, appresa dal cretese Epimenide; ma soprattutto insegnava cose straordinarie, che nessuno prima di lui aveva insegnato: i numeri pari e dispari, i numeri primi, i numeri irrazionali, i 5 solidi perfetti, la sfericità della terra, la teoria dei rapporti e delle proporzioni, la teoria delle medie, le grandezze incommensurabili, i princìpi geometrici e, soprattutto, la misurabilità degli oggetti e dei fenomeni della natura; e dai discepoli esigeva la massima segretezza sulle conoscenze apprese. Ecco perchè Pitagora era un profeta, anzi il profeta per i suoi discepoli.

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